Con la legge sul clima, ossia il controprogetto indiretto all’iniziativa per i ghiacciai, la Svizzera vuole introdurre un programma di aiuti finanziari per la sostituzione degli impianti di riscaldamento a combustibili fossili - gasolio e gas - e a resistenza elettrica, che alleggerirà gli inquilini dal punto di vista finanziario e servirà alla protezione del clima. L’Associazione Svizzera Inquilini dice quindi SÌ alla legge sul clima.
Per raggiungere gli scopi della legge sul clima, su cui si voterà il prossimo 18 giugno, le energie fossili devono essere sostituite. Ciò tocca anche gli inquilini che abitano in edifici riscaldati con combustibili fossili. Con la nuova legge, per un periodo di 10 anni verranno messi a disposizione annualmente fino a 200 milioni di franchi per la sostituzione degli impianti di riscaldamento a combustibili fossili - gasolio e gas - e a resistenza elettrica. Il tutto sarà finanziato dalla Confederazione, in aggiunta all’attuale programma stabili previsto dai cantoni.
Nessun aumento di pigioni previsto
"Molti esempi dimostrano che se si sostituisce unicamente il riscaldamento, come previsto dalla legge sul clima, non si prevedono aumenti significativi delle pigioni e un eventuale aumento potrà essere compensato con il risparmio sui costi di riscaldamento”, ha detto il presidente dell’ASI Carlo Sommaruga. “Questo significa che in caso di accettazione della legge sul clima, gli inquilini non devono aspettarsi a pigioni più elevate.”
L’aumento delle spese accessorie dimostra l’urgenza della sostituzione degli impianti di riscaldamento
"Alla luce del forte aumento dei costi di riscaldamento, soprattutto per i combustibili fossili, la sostituzione dell’impianto di riscaldamento è diventata urgente, in particolare dal punto di vista degli inquilini, a cui vengono fatturati per intero” ha spiegato il vice-presidente dell’ASI Michael Töngi. Con la carenza di energia, i prezzi per il gas e il gasolio sono saliti alle stelle. Il prezzo del gasolio è quasi raddoppiato, mentre il prezzo del gas è aumentato di circa il 60% - vi sono inoltre palesi differenze a dipendenza delle regioni. “Questo cambia il punto di partenza per la redditività del passaggio al riscaldamento con energie rinnovabili e lo rende più attrattivo”, prosegue Töngi.
Nessuna disdetta collettiva, solo la sostituzione dell’impianto di riscaldamento!
Una cosa è chiara: una vera transizione energetica è possibile solo se socialmente sostenibile. Molti inquilini temono giustamente di essere sfrattati dall’immobile a causa di ristrutturazioni energetiche. Negli ultimi anni, migliaia di persone hanno perso la loro abitazione e il loro ambiente sociale a causa della ristrutturazione di interi edifici, a volte anche tramite la demolizione. “È ciò che dobbiamo evitare a ogni costo in futuro, nell’interesse sia degli inquilini che del clima. L’incentivazione della sostituzione del riscaldamento rende la ristrutturazione più allettante rispetto ad una demolizione e nuova costruzione, e questo contribuisce a preservare le abitazioni a prezzi accessibili. Il raggiungimento degli obbiettivi di politica climatica non deve essere screditato come un mezzo per aumentare i redditi attraverso le disdette collettive”, continua Sommaruga.
A tal fine, l‘Associazione Inquilini chiede che ai proprietari non venga concesso alcun sussidio di sostituzione del riscaldamento in caso di disdetta dei contratti di locazione, così come non ricevano sussidi o riduzioni fiscali per la costruzione di nuovi edifici sostitutivi. Inoltre, dovrebbe essere introdotto un meccanismo di controllo a seguito dell‘aumento della pigione in caso di ristrutturazioni.